Giro d’Italia 2020, ancora in piedi l’ipotesi di partire a fine maggio?
Non sembra ancora tramontata del tutto l’ipotesi di correre il Giro d’Italia 2020 a giugno. Secondo quanto riporta il giornalista Raymond Kerckhoffs nel suo blog, infatti, RCS Sport sta ancora lavorando per cercare di far partire la corsa venerdì 29 maggio, contrariamente a quanto spiegato in queste ore da David Lappartient che invece ha parlato di una nuova sistemazione ad ottobre per la Corsa Rosa. In entrambi i casi salterebbe la Grande Partenza dall’Ungheria, progetto che sarebbe così rinviato al 2021, ma se il presidente UCI aveva ventilato la possibilità di accorciare la corsa dovendolo correre in ottobre, partendo a cavallo dell’estate l’obiettivo sarebbe mantenere le tre settimane. La Corsa Rosa si proporrebbe così come uno dei primissimi eventi dopo la lunga pausa iniziata sabato scorso, un evento che potrebbe rappresentare la rinascita del nostro paese, come auspicato anche dal direttore generale Paolo Bellino.
Questo scenario, indubbiamente più ottimistico, permetterebbe inoltre di recuperare più corse poi durante l’autunno. Assieme al #Giro103 la grande priorità sono ovviamente le classiche, a partire dalle Monumento, con Milano – Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi – Roubaix e Liegi – Bastogne – Liegi che andrebbero così a collocarsi molto vicine a Il Lombardia, che è tradizionale chiusura. Una volta incasellate queste cinque grandi corse, si passera presumibilmente a recuperare anche le altre grandi prove come Strade Bianche, E3 BinckBank Classic, Gand – Wevelgem, Amstel Gold Race e Freccia Vallone. Appare in ogni caso invece piuttosto difficile andare a recuperare anche le brevi corse a tappe come Tirreno – Adriatico, Volta a Catalunya e Giro dei Paesi Baschi, mentre il Giro di Romandia ha invece più saggiamente già dato appuntamento al 2021.
Secondo il presidente UCI per fare spazio alle corse bisogna tuttavia cambiare anche alcune delle date già fissate. Le corse non sarebbero eliminate, perché gli verrà data comunque priorità, ma l’obiettivo chiaramente è cercare di creare un calendario il più lineare possibile anche in termini di trasferimenti e sovrapposizioni fra le varie corse. Un rompicapo che l’UCI è pronta ad affrontare, cercando di fare qualcosa di meglio che “rattoppare” qui e lì, come spiega Tom Van Damme a DirectVelo.
“Ad esempio mettere due monumento lo stesso fine settimana, come Liegi e Fiandre, non avrebbe alcun senso – dettaglia il presidente della federciclismo belga e membro della commissione strada dell’UCI – Tutti sanno quanto le classiche siano intense. Ho anche letto di ipotesi di accorciare le corse, ma a quel punto non avrebbe più senso chiamarle ‘Monumento’. Bisogna creare un calendario che abbia un suo senso. Per questo l’UCI, in collaborazione con le parti in causa, creerà un programma credibile”.
Respinta in ogni caso l’ipotesi di andare oltre il mese di ottobre: “Correre a novembre non avrebbe senso perché andrebbe a compromettere in maniera concreta la preparazione per il 2021 – aggiunge – Inoltre, bisogna anche tenere conto delle condizioni climatiche in quel periodo dell’anno”.
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